08.04.2016

Biblioteca e bibliotecari…










“In biblioteca l’aria non è come tutte le altre arie. Per prima cosa è sempre più fredda che fuori, ti fa lo stesso effetto che scendere in cantina in pieno luglio, solo che qui devi salire una rampa di scale per arrivarci. La seconda cosa è che non c’è nessun altro posto con quell’odore. Se chiudi gli occhi e provi a capire cos’è che stai annusando, proprio non ci riesci, perché tutti gli odori si sono mischiati fra loro, trasformandosi in un odore differente. Appena entrai nella biblioteca chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Mi arrivò una folata del cuoio con cui erano rilegati i vecchi libri, un odore che diventava fortissimo se ne prendevi uno e ci avvicinavi il naso quando giravi le pagine. Poi mi arrivò l’odore della tela che ricopriva i libri nuovi di zecca, quelli che facevano una specie di scricchiolio quando li aprivi. Poi mi arrivò l’odore della carta, quell’odore morbido, polveroso, sonnolento che sale dalle pagine quando leggi qualcosa o guardi le figure, un odore che ti ipnotizza. Forse è per via di quell’odore che tanta gente si appisola, in biblioteca. Quando vedi uno che gira pagina, ti sembra di vedere anche lo sbuffo di polvere che sale lento e inesorabile, finché comincia ad ammucchiarsi sulle ciglia di chi legge e gli appesantisce le palpebre, al punto che restano chiuse un po’ più a lungo quando sbattono, e alla fine sono così pesanti che non si riaprono più. Allora la bocca si spalanca, la testa ballonzola su e giù come quando tuffi le mele in una tinozza d’acqua, e prima che tu te ne renda conto… abracadabra… quello che leggeva piomba in catalessi e la faccia gli si schianta sul libro. È una cosa che manda in bestia i bibliotecari: vanno su tutte le furie se la gente si addormenta sui libri e magari ci sbava un po’ sopra; polvere o non polvere, non vogliono sentire scuse, te ne devi andare. In biblioteca sbavare sui libri e anche peggio che mettersi a ridere a tutto volume, e comunque i bibliotecari hanno proprio ragione, non c’è niente di peggio che aprire un libro e trovare le pagine appiccicate perché qualcuno ci ha sbavato sopra.”

Brano tratto da

Il ragazzo con il futuro nella valigia
Christopher Paul Curtis
illustrazioni di Paolo D’Altan
traduzione di Alessandro Zattarin
Piemme, Battello a Vapore
2015
da 9 anni

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