25.02.2016

Come ti spiego il grembiule: “Siamo nate così non possiamo farci niente”



“…e allora, dato che non possiamo farci proprio niente, andiamo a ballare! Perché anche nel paese delle Pulcette, come in tutti i Paesi del mondo, si nasce come si nasce! Solo le pulci non lo sanno.”

Parlare di diversità alla scuola materna può essere divertente! “Nel paese delle Pulcette”, letto da Ilaria e Barbara a scuola, ha offerto un magnifico spunto sia di riflessione che di lavoro.
Ascoltando la storia, scritta ed illustrata da Beatrice Alemagna, i bambini sono rimasti sorpresi dall’ingenuità della pulcetta grassa: come si fa a credere che tutte le pulcette, riunite per la prima volta in occasione del compleanno della loro “vicina di buco nel materasso”, possano essere bianche e grasse esattamente come lei? 
Ognuna di loro osserva con attenzione la propria vicina, e solleva perplessità riguardo la caratteristica che la rende evidentemente diversa: “sei gialla, sei magra, hai gli occhi grandi, le zampe lunghe”. “Perché siete tutte diverse?” “Che domande, perché siamo nate così!”. 
Ed ora tocca ai bambini, realizzare le proprie pulcette, diverse per forma, materiale, caratteristica. 


Barbara e Ilaria hanno fornito le sagome, ognuna diversa, e ci hanno lasciati a lavorare. E noi abbiamo “pulcizzato” ogni sagoma, utilizzando il “di tutto, di più; di tutto un po'”! Abbiamo cercato per la scuola materiale che poteva esserci utile: carta (riesumando persino la carta “pelosa”, togliendola alle pecore realizzate per il presepe!), stelle filanti della festa di carnevale, stoffe, farina colorata, bottoni, nastrini, ovatta di cotone, fili di lana e l’immancabile coppia forbice/ colla.

Basta dare un’occhiata alle foto per rendersi conto di quante abilità e competenze siano state messe in campo da ogni bambino per realizzare la propria pulcetta, personalizzata e pasticciata ad arte! Misurare la grandezza della stoffa per ricoprire tutta o in parte la sagoma, incollare, ritagliare, cercare di far aderire la farina al cartone, l’ovatta al tulle; sembra facile, ma wow, che lavoraccio!

Il risultato finale è grandioso e ripaga grandemente dallo sporco, dal disordine e dalla confusione che abbiamo fatto.
Ogni pulcetta rispecchia, almeno un po’, il “suo” bambino. Greta ha persino messo un fiocchetto alla coda di cavallo della sua pulce! E Lorenzo, che ha una sciarpa scozzese, ha realizzato un vestito a quadri per la sua!
Per concludere in bellezza, ci serviva anche un luogo in cui far abitare tutti questi strani personaggi. Così abbiamo richiesto la collaborazione delle famiglie, facendo portare a scuola da ogni bambino un pezzo di stoffa, che poi noi maestre abbiamo (pazientemente) cucito sino a formare i due materassi, uno per le pulcette della scuola rossa ed uno per la scuola azzurra. 
Ecco il risultato, appeso in scuola!

Nel paese delle Pulcette
Beatrice Alemagna
Phaidon
2009
da 4 anni

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